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Gallina vecchia...oggi

di A. Novelli

Portato in scena dalla compagnia teatrale "Il camerino volante"

Sull’edizione a stampa della commedia “Gallina vecchia” di Augusto Novelli compare la dicitura “a Firenze, oggi”. Dunque premeva all’autore ancorare la vicenda alla contemporaneità, rappresentando situazioni e personaggi riconoscibili nell’esperienza di tutti i giorni.
La vicenda è quella narrata anche da una fortunata riduzione televisiva con protagonista la mitica Sarah Ferrati, non a caso evocata anche nel presente adattamento: Nunziata, donna non più giovanissima ma ancora piacente, proprietaria di un negozio di stoffe in Borgo San Lorenzo, intrattiene una relazione extraconiugale con il contabile del negozio, Bista, suo coetaneo. Alla morte del marito, Bista si illude di poter finalmente convolare a nozze ma Nunziata rivolge le proprie attenzioni ad un giovane, fidanzato di una sua collaboratrice. I tentativi di Nunziata di separarlo dalla fidanzata verranno ostacolati in vario modo fino a condurla sull’orlo della diffamazione pubblica.
114 anni ci separano da quel 1911, anno della prima rappresentazione di Gallina Vecchia: Firenze è radicalmente cambiata ed è cambiato, fortunatamente, il ruolo femminile: il personaggio di una donna matura con pretese amorose verso un giovane non suscita ilarità, anzi costituisce una delle tante legittime espressioni della parità fra generi.
Ma c’è un aspetto che Novelli ha sottolineato nella sua commedia e che permane intatto e verosimile nella Firenze del 1911 come in quella del 2025, ovvero il potere corruttivo del denaro: Nunziata, liberata dal marito e sua unica erede, fa leva sulla propria autonomia e sulla propria fortuna per intraprendere un rapporto che non poggia sui sentimenti ma su una velleitaria pretesa di riscatto che finisce per condizionare la vita di più persone ed allontanarla dagli affetti autentici.
Poichè la Firenze del 2025 è, certamente, asservita alle logiche dello sfruttamento commerciale e del denaro tanto quanto, se non di più, che nel 1911, Nunziata diventa una donna che ha venduto la bottega, ha smesso di lavorare ed ha comprato tre appartamenti che affitta con Air B&B, passa il tempo a curare il suo aspetto fisico e rifiuta le avances di Bista, passato da contabile a gestore degli affitti brevi.
Con la complicità dei social e di un onnipresente tapis roulant la vicenda narrata da Novelli si dipanerà, nel rispetto di tutti i nodi drammaturgici originali, “a Firenze oggi”.
L’adattamento vuol essere un monito ad una città che, svilita dalle rendite di posizione, ha perso autenticità e ha rinunciato ad una dimensione comunitaria, abbandonandosi agli sterili vantaggi che le vengono da un passato di cui, a tratti, non appare più degna.



Il giuoco delle parti

di L. Pirandello

Portato in scena dalla compagnia teatrale "Nuova Compagnia Teatrale"

La commedia è tratta dalla novella “Quando si è capito il giuoco” e venne rappresentata per
la prima volta a Roma il 6 dicembre 1918 dalla Compagnia Ruggeri-Vergani.
è una commedia costruita sul grottesco, sul capovolgimento di situazioni, sull’ironia. Vi si
trova l’espressione e la rappresentazione del cosiddetto “sentimento del contrario” da
Pirandello esposto nel saggio “L’umorismo” del 1908. Appartiene alla seconda fase del
teatro pirandelliano, quando cioè i personaggi decidono di vedersi vivere, di estraniarsi dalla
realtà, rifugiandosi nelle centomila maschere foggiate per se stessi e per gli altri. I
personaggi principali costituiscono il solito triangolo: moglie, marito e amante, ma non si
tratta di un dramma a sfondo borghese, bensì del dramma del protagonista Leone Gala il
quale per sfuggire alla tragedia di una vita di dolore, decide di astrarsi, rifiutando i
sentimenti e le passioni, assumendo tutta la realtà circostante a logica e ragione. Si diletta di
gastronomia e filosofia, disquisendo con il cameriere di nome Filippo, ma non a caso detto
Socrate, delle ultime teorie del pensiero di Henri Bergson , in particolare quelle espresse
nell’ opera del filosofo francese del 1907: l“ ’Evoluzione creatrice”. Egli soffre della
separazione della moglie e ancora l’ama, ma riesce a mascherare tutto benissimo, perché
“s’è vuotato di ogni passione”, appagandosi del gioco dell’intelletto.
La moglie Silia è una donna inquieta, incapace di individuare per sé punti di riferimento,
anticipatrice dell’angoscia e della alienazione d’oggi, non sopporta la compostezza e la
placida indifferenza del marito. Neppure il rapporto con l'amante né la tanto agognata libertà
riescono a dare un senso alla sua esistenza. Il rancore la porta a concepire una rivalsa nei
suoi confronti, inducendolo a sfidare a duello il marchesino Miglioriti, responsabile di un'
offesa da lei ricevuta. Ma il logico "giuoco delle parti", si trasformerà in una razionale
vendetta di Leone.
Leone Gala è un tipico personaggio pirandelliano, incarna uno dei tanti raisonneur, individui
che cercano in tutti i modi di sottrarsi alla fiumana dei sentimenti che loro malgrado li
travolge, mentre cerca di ancorarsi saldamente al baluardo della ragione. “Ma la vita non è
un ragionamento” dice Pirandello e anche il più freddo logico ragionatore non può fare a
meno di vivere la sua parte di dolore e di pena, inconsolabile e incomunicabile.
Enzo Rapisarda, nell’interpretare il personaggio di Leone Gala, ha impostato la recitazione
su registri di testa, che danno origine a un suono monocorde che rasenta quasi la monotonia,
per esprimere il disperato tentativo di astrazione del protagonista, tentativo che a tratti si
rivela vano quando l’impeto delle passioni lo assale all’improvviso e annulla la sua capacità
di dominio.



Le tre scimmiette

di L. Pirandello

Portato in scena dalla compagnia teatrale "Nuova Compagnia Teatrale"

Antonio e Giulio condividono un piccolo appartamento. La convivenza è resa quasi impossibile dai loro caratteri totalmente opposti. Dafne, vicina di casa ficcanaso, è un'ospite fissa nelle vuote giornate in attesa di sbarcare il lunario.
I tre giovani, infatti, non hanno un lavoro fisso e, soprattutto, sono sempre al verde. In un complesso intreccio di amori non corrisposti tra i tre, come il più classico degli stalli alla messicana, sarà una valigetta a stravolgere le loro vite.
Chi la manda? Perché? Ma, soprattutto, cosa contiene?
Antonio, Giulio e Dafne scopriranno presto che non tutto è come sembra e che a caval donato ... forse è meglio non guardare in bocca!



Un nemico del popolo

di H. Ibsen

Portato in scena dalla compagnia teatrale "Nuova Compagnia Teatrale"

Scritta nel 1882 e portata in scena per la prima volta l!anno successivo, "Un nemico del popolo” di
Henrik Ibsen, è un testo di folgorante attualità che ripropone temi sensibili e scottanti con spietata
lungimiranza. Viene rappresentato con grande lucidità il rischio che corre ogni società democratica ogni
qualvolta emerge lo scontro fra corruzione del potere e contaminazione ambientale.
In una piccola cittadina economicamente depressa, la scoperta di acque termali benefiche porta
ricchezza e sviluppo ai suoi abitanti. I protagonisti della vicenda, due fratelli molto diversi tra loro,
ricoprono entrambi ruoli di prestigio. Pietro è il Sindaco della città e Tommaso è il medico delle
Terme e colui che sarà apostrofato dai propri concittadini "un nemico del popolo”, per aver scoperto
e denunciato il forte inquinamento delle acque termali che causerà malattie molto gravi nei turisti
che verranno a soggiornarvi. Se la notizia dell!inquinamento dovesse diffondersi, lo stabilimento termale
sarebbe costretto a chiudere per almeno tre anni, tempo necessario alla sostituzione delle condutture e alla
bonifica del territorio. E qui scatta la feroce protesta dei cittadini che si stanno arricchendo con i proventi di
un turismo sempre crescente, che dovrebbero inoltre accollarsi l!onere di spesa dei lavori, dato che gli
azionisti della Società Termale dichiarano di non avere fondi sufficienti. È così che tutta la comunità e la
stampa asservita al potere, si scagliano contro il medico, isolandolo sempre di più e accusandolo di voler
sabotare una risorsa fondamentale per il benessere comune e appellandolo quindi come "nemico degli
interessi della società”. Si tratta di un testo classico ma fortemente contemporaneo che la regia di Enzo
Rapisarda sceglie di collocare in un tempo e in un luogo privi di coordinate precise, proprio per sottolineare
l!estrema attualità dei temi trattati che toccano tutti noi nel profondo: inquinamento ambientale, corruzione
dei poteri forti, scelta distorta della stampa di dar voce al potere a scapito della verità, violenza



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